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Quando uno studente non raggiunge il successo scolastico è necessario intervenire, subito.

Le ragioni dell’insuccesso, se duraturo nel tempo, possono essere molteplici: legate ad esempio ad una difficoltà di organizzazione sul piano metacognitivo, ad un disagio interiore che impedisce di trovare una valida motivazione allo studio, a difficoltà legate all’ambiente sociale in cui vive lo studente, a difficoltà nel relazionarsi con i pari o, più semplicemente, a Disturbi Specifici dell’Apprendimento mai diagnosticati.

Per questo è importante intervenire senza superficialità e senza dare giudizi affrettati come, a volte, i genitori e qualche docente sono portati a dare: “è pigro”, “non ha voglia di fare niente”…

Non esistono studenti pigri, e se non hanno voglia di fare niente chiediamoci il perché.

Nella mia ormai ultratrentennale carriera di docente, l’esperienza sul campo mi ha portato a riconoscere che l’apprendimento è molto più efficace se costruito su una buona relazione cosi come sostenuto dai più grandi pedagogisti.

Carl Rogers, ad esempio, definisce il docente “facilitatore dell’apprendimento” mentre per Rudolf Steiner “la pedagogia giusta non è quella che si limita a istruire l’insegnante, ma quella che lo anima interiormente“.

Quando il docente instaura una relazione di fiducia, di rispetto reciproco, dalla quale emerga l’interesse unico e specifico per ogni studente, non concentrato sul dovere di fare e valutare ma sul reale desiderio di trasmettere conoscenza che arricchisca il progetto di vita dei ragazzi, allora tutto assume un significato diverso: i ragazzi si sentono messi al centro, considerati, si sentono importanti, sentono di far parte di un gruppo che ha bisogno di loro.

In questo contesto, con questi presupposti, cresce l’autostima, diminuisce l’abbandono scolastico e si riesce a trovare una valida motivazione allo studio.

L’insegnamento che pone le sue basi sulla relazione tra docente e discente crea benessere e il benessere a scuola è il primo obiettivo da raggiungere affinché l’apprendimento sia efficace.

Al di là di questo aspetto, di esclusiva pertinenza di ogni docente, è possibile mettere in atto strategie e metodi per un migliore e più efficace apprendimento che cercherò di condividere attraverso queste pagine.

Rogers C. R., Libertà nell’apprendimento, Firenze, Giunti, 1973
Steiner R., Arte dell’educare, arte del vivere. Fondamenti di pedagogia, 2006, pag. 32